Lo scorso 8 ottobre si è svolto il terzo incontro della serie di seminari “OpEx in Pharma” organizzati dal professor Massimiliano Schiraldi, docente di Operations Management presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Il tema dell’incontro, scelto dai partecipanti ai precedenti seminari, è stato Pharma 4.0. In ottemperanza alle indicazioni di prudenza atte a contrastare la diffusione del CoViD-19, si è deciso a malincuore di trasformare l’evento in presenza in un webinar, cosa che tuttavia non ha avuto significativi impatti in termini di partecipazione interattiva con gli speaker dell’evento, anche grazie ad una adeguata sessione di Q&A che si è tenuta al termine degli interventi.
Dopo il consueto saluto di benvenuto del professor Benedetto Intrigila, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa, la parola è passata subito al primo speaker, Cosimo Palmisano, Global Business Development Manager di Decisyon, fornitore di soluzioni per la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere; Cosimo ha subito calato la problematica all’interno del contesto di profondi cambiamenti globali in atto a seguito della pandemia e di come in pochi mesi si sia dovuto fare i conti con una “nuova normalità“. Soluzioni un tempo considerati marginali in un contesto industriale, come la possibilità di operare tramite device quali gli smartphone o l’utilizzo dell’ AR/VR sono diventati elementi imprescindibili mentre soluzioni che si ritenevano all’avanguardia, come touch screen da 50 pollici consultabili nello shop floor con dati realtime risultano al momento difficilmente conciliabili in un contesto come quello attuale in cui si cerca scoraggiare gli assembramenti e l’utilizzo di strumentazione condivisa. Soprattutto nel Pharma dove ora viene richiesto di produrre di più con meno persone in fabbrica, diventa molto più importante digitalizzare la conoscenza ed i processi decisionali sfruttando l’AI al fine di prendere decisioni rapidamente e non affidandosi più all’esperienza locale di singole persone presenti nel plant. L’obiettivo è arrivare al concetto di Remote Everything digitalizzando l’intera value chain, includendo anche la capacità delle aziende farmaceutiche di integrare il cliente finale nel ciclo produttivo per creare il paradigma del CRM 4.0.
A seguire è intervenuto Davide Smaldone, Head of TechOps, QM and R&D Business Solution in Menarini Group, vecchia conoscenza, come ha orgogliosamente sottolineato lui stesso, di Ingegneria a “Tor Vergata”. Nel suo intervento, dopo aver mostrato un interessante parallelismo tra le rivoluzioni industriali e le rivoluzioni “farmaceutiche” volto a sottolineare quanto il gap tra la manifattura e la produzione farmaceutica si stia progressivamente riducendo nel corso del tempo, ha fornito una panoramica interessante su benefici e criticità di un processo strutturato di innovazione tecnologica. Nel sottolineare anche lui quanto il CoViD-19 sia risultato un boost per le iniziative di digitalizzazione, ha inoltre fornito una panoramica sulle principali tecnologie attualmente disponibili per l’industria farmaceutica ed ha tracciato una loro possibile prioritizzazione in accordo con un’ipotetica crescita del livello di maturità dell’organizzazione nel percorso Pharma 4.0. L’intervento si concluso con un suggerimento: quello di cogliere l’opportunità, nell’intraprendere un cammino di innovazione tecnologica, di ripensare ed ottimizzare i propri processi al fine di sfruttare tutte le potenzialità che le nuove tecnologie mettono a disposizione.
Gli ultimi a prendere la parola sono stati Francesco Minà e Marco Minotti, del CoE di Make Asset Management di Janssen, che hanno illustrato la declinazione del tema Pharma 4.0 applicato nella loro realtà aziendale. Francesco ha illustrato il framework all’interno del quale si muovono tutte le iniziative di digitalizzazione, ovvero Manufacturing for the future, ed ha sottolineato come i pilastri della rivoluzione 4.0 siano da individuare in un corretto bilanciamento di processi, competenze e tecnologie abilitanti, nell’ottica di individuare ed implementare solo le tecnologie che creano un valore reale per l’organizzazione. Marco a sua volta ha posto il focus su skills e capabilities delle persone coinvolte in questo profondo cambiamento: per rafforzare il pilastro delle competenze, Jannsen ha sviluppato un modello di capabilities per individuare i gap e predisporre dei piani di upskilling specifici. Francesco ha proseguito l’intervento spiegando come l’innovazione non sia guidata dalla tecnologia ma da driver strategici, quali ottimizzazione dei consumi, sostenibilità, o disponibilità degli asset, che possono tradursi nell’applicazione di una tecnologia emergente. Dopo una rapida panoramica su un progetto nell’ambito dei predictive model applicato alla calibrazione degli strumenti, l’intervento si è concluso con un invito ad instaurare partnership strategiche esterne all’organizzazione come elemento facilitatore per vincere la sfida digitale.
A seguito di un’animata sessione di Q&A, l’evento si è concluso con la presentazione del prossimo seminario che si terrà a Febbraio 2021, in modalità ancora da definire anche alla luce degli sviluppi della situazione pandemica, che verterà sul tema dei “KPI e Benchmarking” ed un invito alla platea a proporsi come speaker dei futuri workshop.
(articolo a cura di Matteo Comodini)